Montezemolo attacca la politica: ''Ci costa 4 miliardi''

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Shizuku.
00venerdì 25 maggio 2007 12:24
Per le pensioni ''applicare le leggi esistenti''

Il presidente di Confindustriadal palco dell'Assemblea torna sulla polemica con Bertinotti: ''Non accettiamo processi''. Sulla crescita: ''E' fragile e a rischio se seremo lasciati soli''. Alla platea di politici: ''Manca un grande progetto''. Poi invoca riforme istituzionali. Sulle tasse: ''Non un euro in più''. Gelido il commento del premier Prodi: ''Montezemolo sta salendo in politica''

Roma, 24 mag. (Adnkronos/Ign) - ''La politica è la prima azienda italiana con quasi 180mila eletti'' e costa ben 4 miliardi di euro. Nel suo intervento di apertura dell'assemblea annuale di Confindustria, il presidente Luca Cordero di Montezemolo va all'attacco della 'politica'. Ma nel mirino non ci sono solo i costi ma anche la mancanza, in entrambi gli schieramenti, di idee forti, di un ''grande progetto'' per il Paese. Non si può fare finta di niente ''rispetto alla duplicazione delle strutture, degli incarichi, delle prebende in carico alla collettività, a tutta una serie di privilegi che molti politici si autoassegnano''. E quello che emerge è ''un drammatico problema di rapporto tra costi e risultati''. Ancora, prosegue Montezemolo, ''non possiamo andare avanti con un Paese dove la metà è ai remi e spinge avanti la barca e un'altra metà è a poppa a godersi il sole o a litigare. Noi vogliamo un'Italia diversa, un Paese in grado di incoraggiare chi vuole crescere''. Un obiettivo, questo, che va perseguito rompendo ''grandi protezioni e piccole caste''.
ATTACCO A BERTINOTTI - "Non accettiamo questa sorta di processo alle imprese che si registra solo nel nostro Paese. Questa idea che agli imprenditori sia stato dato già chissa cosa e quindi gli altri vadano risarciti non sta né in cielo né in terra", osserva Montezemolo. "Dobbiamo rivendicare a viso aperto di aver fatto uscire il Paese dalle secche della crescita zero soprattutto - osserva - quando figure di primissimo piano delle istituzioni si spingono a dipingere come 'impresentabile' (espressione usata dal presidente della Camera Fausto Bertinotti, ndr) il capitalismo italiano, senza che si alzi una sola voce dal mondo della politica a smentire questa autentica falsità".
CRESCITA - Quindi chiede l'appoggio della politica per consolidare la crescita del Paese. "La ripresa non è ancora consolidata, è fragile e si spegnerà rapidamente se saremo lasciati soli, se non saranno rimosse le tante, tantissime anomalie che ci costringono a competere con un braccio legato dietro alla schiena", sottolinea. "Non possiamo più permetterci di non decidere, di perdere altro tempo".
FISCO - "Siamo troppo a metà del guado. Dobbiamo scegliere quale strada vogliamo prendere, avendo chiaro un solo vincolo: gli imprenditori italiani non sono disposti a pagare un euro in più di tasse". "Paghiamo troppe tasse per alimentare la spesa corrente e gli interessi sul debito, mentre i servizi sono spesso insoddisfacenti e gli investimenti pubblici non arrivano ad un modesto 4% del Pil", dice al governo seduto in platea. "Continuiamo a non tagliare sprechi e privilegi e così la pressione fiscale continua a crescere", denuncia ancora annunciando come gli industriali siano "disposti a scambiare qualunque incentivo in cambio di una minore pressione fiscale sulle imprese". Un tema su cui Confindustria chiede un confronto con il governo in sede di Finanziaria.
CONTRATTI - "E' arrivato il momento di cambiare alcune regole del gioco nell'interesse delle imprese e dei lavoratori, per restituire alle relazioni industriali un ruolo vero nel governo dell'economia: possiamo farlo ora che siamo in una fase di ripresa e possiamo farlo d'accordo con il sindacato, se si vuole evitare che ognungo trovi scorciatoie che non ci piacciono".
PENSIONI - "Non si tratta nemmeno di fare riforme difficili, ma solo applicare le leggi esistenti, a partire dalla Legge Dini, che è stata approvata con le firme di tutti i sindacati, e dalla riforma Maroni".
RIFORME - Integrare la Costituzione, rafforzare il governo, completare il federalismo. Sono i tre imperativi che il presidente di Confindustria indica nel passaggio della relazione incentrato sul capitolo delle riforme. ''Ci piacerebbe vedere una Carta Costituzionale che faccia propri i principi di economia di mercato e libera concorrenza, che sono oggi valori europei'''. Per rafforzare il governo, il leader degli industriali, indica la necessità di ''estendere le prerogative del Presidente del Consiglio, dandogli un vero potere di nomina e revoca dei ministri. Aumentare i poteri del premier sull'esecutivo riduce l'immobilismo politico''. E, ancora, bisogna poi ''accorciare i tempi infiniti dell'azione legislativa, separando le competenze di Camera e Senato ed evitando quell'avanti e indietro di provvedimenti che è un fenomeno tutto italiano''. Ma non solo. L'altra priorità urgente e ineludibile, per il numero uno di Viale dell'Astronomia, è di realizzare finalmente il ''nostro federalismo incompiuto''.
LEGGE ELETTORALE - "Una parte importante della classe politica italiana teme il cambiamento perché pensa che questo alienerà i voti di quanti dovranno rinunciare a vecchie sicurezze, a rendite o privilegi grandi e piccoli e che si sono accumulati nel tempo. Così' si tende sempre a galleggiare in attesa della consultazione elettorale successiva", denuncia Montezemolo. "In entrambi gli schieramenti - dice - sembra mancare la forza per dar vita ad un grande progetto Paese che sappia coinvolgere gli italiani e i cui risultati non si vedranno in tempi brevi". Di qui, incalza il leader degli industriali, la necessità di "fare oggi scelte coraggiose, i cui risultati si vedranno fra 8 o 10 anni" perché questo "significa avere senso dello Stato". Montezemolo sottolinea la necessità di iniettare in politica, così come nell'economia, una massiccia dose di concorrenza. "Non sta a noi indicare - sottolinea - quale sistema rappresenti la scelta migliore per il Paese. Da cittadini diciamo che occorre fare presto e che serve un sistema che consenta ai migliori di emergere e di governare, e dia agli elettori la possibilità di scegliere senza liste prefabbricate".



[Modificato da Shizuku. 25/05/2007 12.32]

Shizuku.
00venerdì 25 maggio 2007 12:28
Se Montezemolo entra in politica i calcoli son rapidi: 67 milioni d'italiani in Italia dei quali 65 milioni ferraristi...io credo che stavolta avremmo un politico davvero votato per i cittadini [SM=x1080648] vorrei vedere i comunisti dire che 64 milioni di italiani non sono andati a votare [SM=x1080682] (vorrei anche vedere dove metteranno i voti...quelli di Berlusconi li buttavano sotto i ponti - a Bordighera ed a Vallecrosia ne era pieno zeppo!!! - non so...magari faranno un decreto legge dove la papiroflexia è d'obbligo [SM=x1080651] )





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