La più importante compagnia del mondo di wrestling professionistico punisce alcuni dei propri atleti più importanti rei di aver acquistato steroidi e sostanze dopanti
Dunque non scherzava, e neppure bluffava Vince McMahon quando aveva dichiarato che avrebbe fatto di tutto per allontanare dalla compagnia l'ombra dell'uso di sostanze proibite. Eppure lo stesso McMahon anni fa aveva dichiarato che il wrestling non riguardava imprese agonistiche e che dunque non c'era la necessità di verificare le sostanze assunte dai suoi dipendenti, non più di quanto non lo si facesse con un artista o un musicista. Opinabile: ma evidentemente le ultime vicende, culminate soprattutto con la tragedia personale di Chris Benoit, e l'attacco che i media hanno inflitto alla WWE, ha costretto McMahon a reagire.
L'ipotesi era che ad armare Benoit, che aveva ucciso moglie e figlio per poi suicidarsi impiccandosi nella palestra di casa, fosse stata non solo il disagio familiare per un matrimonio in crisi o per le disabilità del figlio, che aveva problemi motori e comportamentali ma un attacco di roid-rage, una forma di rabbia esplosiva determinata proprio dalla depressione che alcune sostanze, e in particolare gli steroidi. Se a questo si aggiunge qualche altra vittima, Crush in particolare, scomparso poche settimane fa, che aveva ammesso il massiccio uso di steroidi e anabolizzanti, e un giro di medici e di farmacie consenzienti che permettevano acquisti industriali anche senza prescrizioni, il rischio era troppo grosso.
Di qui la decisione della WWE di sospendere con effetto immediato dieci wrestlers indagati per aver acquistato steroidi on-line. Tra questi l'ex campione del mondo Randy Orton (recentemente avversario di John Cena per il titolo a Summerslam), l'ex campione di coppia Charles Haas, Jr., i più volte campioni del mondo Adam "Edge" Copeland e Robert "Booker T" Huffman, Shane "Gregory" Helms, Mike Bucci (conosciuto anche come Simon Dean), Anthony Carelli (il wrestler di origine italiana che proprio a Milano aveva vinto il titolo intercontinentale come Santino Marella), John Hennigan (campione di coppia e intercontinentale come Nitro e ora ribattezzato John Morrison), l'inglese Darren Matthews che lotta da anni come il popolarissimo "William Regal", Ken "Mr. Kennedy" Anderson e Chavo Guerrero.
Altri nomi sono stati fatti in queste ultime ore di possibili coinvolti: l'ex campione dei pesi massimi Dave Batista, amatissimo in Italia, il giapponese Funaki, e Chris "Masters" Mordetsky, che già in passato era stato sospeso per questi stessi motivi.
La WWE, in un comunicato, ha ricordato che per contratto, accettando i protocolli del WWE Wellness Policy, nessun wrestler può acquistare farmaci on line e ogni atleta deve confrontarsi con lo staff medico della compagnia per qualsiasi cura fuori dallo spogliatoio.
Ma la vicenda rischia di allargarsi ancora: molti campioni di Nfl, di baseball, hockey, basket, atletica e persino di golf, sarebbero tra i clienti abituali della Signature Pharmacy, l'azienda che commercializzava on line le sostanze proibite.
Stefano Benzi / Eurosport