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Là dove il calcio non è l’elemento numero 20 della tavola periodica di Mendeleev;
là dove non odora di miliardi e non chiede aiuto a niente,
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là esiste il modo di riderci su, magari con un po’ di amarezza...


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Milan - Olimpique 3-1

Ultimo Aggiornamento: 07/04/2006 11:35
05/04/2006 21:49
 
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Cuore Inzaghi, Milan avanti
Una rete dell'attaccante illude i rossoneri, subito in vantaggio contro il Lione. I francesi pareggiano con Diarra, ma SuperPippo all'88' regala al Diavolo la semifinale di Champions. Sheva sigla il 3-1 nel recupero



MILANO, 4 aprile 2006 - E quando tutto sembra finito, ecco la zampata del vero leone: Filippo Inzaghi. La conquista della semifinale di Champions League passa attraverso la voracità dell'attaccante, ma anche di quel crederci fino in fondo dei rossoneri. Il Milan batte 3-1 il Lione, ottenendo la vittoria all'88', arrotondando poi il risultato a tempo scaduto. Passa con il suo bomber al 25', subisce il pareggio e il gioco dei francesi al 31' con Diarra e alla fine, con il cuore, solo con quello, mette sotto un avversario indomabile, davvero forte, ancora con Inzaghi. Quando al 93' arriva lo straordinario gol di Shevchenko il quasi dramma si trasforma in delirio trionfale.
"Il Milan per batterci deve fare tre gol", aveva detto Houllier: così è stato. Quarto di Champions a trazione anteriore totale. Il Milan e il Lione. La spinta di Kakà per Shevchenko e Inzaghi, il supporto di Stam e Serginho sulle fasce. Gerard Houllier lo aveva promesso, e schiera una formazione aggressiva, con Juninho sulla destra del centrocampo, e Malouda a sinistra. In attacco c'è la sorpresa Fred, tra Wiltord e Gouvou. Due novità, Fred e Govou, che spiazzano il Milan. Offensivo, votato al pressing, il Lione gioca come se fosse al Gerland. Il primo tempo è un irritante monologo dei francesi, spezzato da sporadici tentativi dei rossoneri, che non trovano spazi. Ingabbiati Sheva e Inzaghi, il Lione ha il pregio di pressare a centrocampo i portatori di palla del Milan, intrappolato più dalla paura che dall'ostentare degli avversari. Giocano a memoria gli uomini di Houllier: velocità, pochi spazi all'accademia, assedio in ogni reparto. Il primo spunto rossonero è di Inzaghi al 12', ma è solo un timido segnale che non terrorizza i diecimila tifosi assiepati sotto la Nord. E' il Lione a fare la partita, con un martellante rendez-vous tra centrocampo e attacco, che crea confusione nella difesa. Come al 19', quando in un blackout totale e con Dida fuori dai pali, Malouda calibra male un pallonetto che sfiora la traversa. Al 24' Ancelotti deve fare i conti con i dubbi della vigilia, perché deve a rinunciare a Stam, vittima di un a distorsione, e sostituirlo con Costacurta. Juninho su punizione impegna Dida. Cambio che precede la rete di Inzaghi. Nell'unico errore difensivo del primo tempo del Lione, Shevchenko recupera un pallone servendo Seedorf, straordinario nel mirare la testa dell'avvoltoio Inzaghi, che infila.
Ma è gioia che dura poco. Il Lione torna a pressare, e al 31' coglie il meritato pareggio con Diarra, abile a sfruttare in una mischia un'uscita pellegrina di Dida e un'imbarazzante assenza di marcatura. Non basta. Il furore dell'Olympique si concretizza con un tiro di Juninho deviato oltre la traversa da Dida, che nell'azione successiva viene salvato dal palo scheggiato da Fred. Durissimo l'impatto con la realtà per il Milan. Il Lione è formazione quadrata, che gioca a memoria. Con i rossoneri in affanno, forte di un 1-1 che lo qualifica, gioca di rimessa, senza mai perder la testa, raddoppiando sull'uomo, pronto a innescare le progressioni di Juninho e Malouda sulle fasce.
Il Milan si spreme, ma impiega tredici minuti della ripresa per impensierire con Serginho il nazionale e forte Coupet. Il difetto è vistoso. I rossoneri per aggirare l'ostacolo diventano prevedibili, e anche quando è assediato, il Lione replica con una freddezza inquietante, ripartendo e mettendo sotto il Milan. Houllier esagera, e inserisce Carew per Fred, sentendosi la vittoria sotto la pelle. Ancelotti replica con Ambrosini per Pirlo. Al 30' scampolo di vero Milan, con Kakà che sfonda di testa a colpo sicuro; gioia strozzata in gola dal salvataggio sulla linea di Wiltord: attaccante più decisivo di un difensore di ruolo. Ancelotti, con i minuti contati, con i rossoneri spesso scoperti, decide di rinforzare il reparto arretrato: dentro Maldini per Gattuso, spostndo Serginho in avanti. Attimi drammatici. Poi quello che più non ti aspetti: la rete di Inzaghi. E quella di Shevchenko. C'est fini.

Fonte: gazzetta.it
05/04/2006 21:51
 
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Inzaghi insegue il mito Eusebio
Con la doppietta al Lione, l'attaccante del Milan è salito a quota 52 nella classifica dei gol realizzati delle coppe. Dopo avere raggiunto Raul, ora il suoi obiettivo è il 57 della Perla nera e Shevchenko



MILANO, 5 aprile 2006 - A Milano, giornata piovosa, l'adrenalina frizza ancora nell'aria. E' quella di Filippo Inzaghi, il matador del Lione. "Queste sono gare in cui bisogna giocare alla morte dall'inizio alla fine", ha detto oggi Massimo Ambrosini a Milan Channel. Dichiarazione che sembra confezionata apposta per Superpippo, l'indomabile eroe di San Siro, ancora una volta decisivo con una doppietta di rapina. Proprio come tre anni fa, quando con l'Ajax tutto sembrava perduto e all'ultimo istante regalò al Milan la semifinale con l'Inter, anche se la zampata finale (non ce ne sarebbe stato bisogno; sarebbe entrata lo stesso), la diede Tomasson.
"Oggi, a mente fredda, ti godi ancora di più quello che è successo ieri. Abbiamo sofferto contro una grande squadra, però queste partite ti lasciano il segno. E si dorme poco", ha dichiarato il giorno dopo Inzaghi. "Non mi stancherò mai di ripetere che questo gruppo è un patrimonio per la società e i tifosi, perchè vincere una Champions, arrivare in finale lo scorso anno e in semifinale questa volta, è qualcosa di straordinario. Dobbiamo fare i complimenti a questa squadra e a questa società che ha dato tanto ai suoi tifosi"
Inzaghi infinito. Escluso dalla finale di Istanbul, quando sembrava che la sua stagione fosse ormai avviata verso il tramonto, rieccolo invece recuperato e rimesso a nuovo. Per lui che sogna il Mondiale il gol è vitamina. I numeri parlano per lui. Cinque presenze nella Champions di quest'anno e 4 gol. Media straordinaria, se si calcolano i minuti realmente giocati: 316. Con la rete segnata all'88' alla squadra di Gerard Houllier, Inzaghi è salito a quota 52 nella classifica dei cannonieri di tutte le coppe, raggiungendo Raul, e posizionandosi a cinque lunghezze dal compagno Shevchenko e dal mitico Eusebio. Trentasei le reti in Champions (a una da Sheva), 2 in coppe delle Coppe, 7 in coppa Uefa e 7 in Intertoto; 23 con la maglia del Milan, 27 con quella della Juventus, 2 con i colori del Parma.
Fondamentali gli ultimi 4 gol, perché gli hanno permesso di sorpassare la leggenda di Alfredo Di Stefano che, a lungo, lo ha preceduto a quota 49. La seconda stagione di Inzaghi, 32 anni, è esaltata infine dalle 10 reti messe a segno in campionato nelle 19 partite in cui è stato impiegato da Ancelotti, per un totale di 1103 minuti. Cifre che non potranno essere trascurate dal commissario tecnico della Nazionale, Marcello Lippi, ieri in tribuna. A 40 giorni dalla consegna della lista ufficiale alla Fifa per il Mondiale tedesco, Inzaghi si impone a suon di gol. Ignorarlo sarà difficile.

Fonte: gazzetta.it
07/04/2006 11:35
 
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