Analisi del circuito
Per i tifosi ferraristi il Gran Premio di San Marino che si tiene ad Imola è un appuntamento d’obbligo per seguire ed incitare la squadra del cuore. Il tracciato, intitolato a Dino ed Enzo Ferrari, e che ospitò la Formula1 per la prima volta nel 1980, sorge sulle rive del fiume Santerno, circondato dalle campagne emiliane e, metaforicamente, da una passione tutta italiana per i motori e l’automobilismo.
Negli anni ha subito interventi radicali volti a migliorare la sicurezza e rallentare le monoposto. In particolare, dopo il triste week-end del 1994, durante il quale persero la vita Ayrton Senna e Roland Ratzenberger e si verificarono terribili incidenti, sono stati modificati i tratti del Tamburello, della Villeneuve, delle Acque Minerali e della Variante Bassa, snaturando quello che un tempo piloti e ingegneri definivano il piccolo Nürburgring.
I suoi cordoli e le sue sconnessioni sono ideali per testare l’efficacia delle sospensioni e per questo motivo il circuito viene a volte utilizzato anche per i test privati in preparazione del Campionato del Mondo. Inoltre è una classica pista da stop&go, nel senso che brusche frenate si alternano a lunghi rettilinei, sollecitando il sistema frenante delle monoposto.
I punti idonei per tentare manovre di sorpasso sono pochi, ma un bravo pilota riesce a spuntarla sull’avversario un po’ ovunque, ad ogni staccata: in genere si tenta alla frenata della Tosa, alla Rivazza o anche alla Variante Bassa, ma purtroppo il nastro d’asfalto piuttosto stretto limita anche la fantasia dei più agguerriti, costringendo le squadre ad incernierare tutta la gara sulla tattica delle soste ai box.
Analisi e Grafica a cura di
Vittorio Alfieri per Cascorosso.com