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Pecoraro: il cambiamento del clima è qui ed ora

Ultimo Aggiornamento: 12/09/2007 12:14
12/09/2007 12:14
 
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ROMA - "Il cambiamento climatico è qui e ora". Cosìil ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio ha aperto la Conferenza Nazionale sul Clima in corso a Roma. "Noi sappiamo che il nostro Paese è tra quelli che pagheranno il maggior prezzo in termini di danni ambientali, perdite di vite umane e salute, costi economicì. l ministro ha ricordato anche gli effetti del cambiamento del clima sulla salute: "C'éun incremento dei decessi in Europa valutato tra otto e dodicimila persone per anno e per ogni grado di aumento della temperatura".

All' Italia, contro i cambiamenti climatici, serve "un vero e proprio pacchetto sulla sicurezza ambientale, fondamentale per il futuro del nostro Paese". Ha detto il ministro . Pacchetto sicurezza che, ha detto Pecoraro, "uscirà da questa conferenza". "L' emergenza climatica è davanti agli occhi di tutti. La conferenza - ha aggiunto - è un solo segnale chiaro e non si deve ragionare solo sulla mitigazione e su come ridurremo la CO2, ma anche come, essendo il clima già cambiato, l' Italia si attrezza per la tutela del mare, delle coste, sul risparmio idrico. Ci vuole anche un segnale sul fronte dell' adattamento, che permetta ai nostri cittadini di avere più sicurezza ambientale".

"Nel nostro Paese i costi per far fronte ai danni prodotti dai cambiamenti climatici si stimano a partire da 50 miliardi di euro all'anno". Così il ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, nel discorso di apertura della conferenza nazionale sui mutamenti climatici voluta dal ministero dell'Ambiente e organizzata dall'Apat, in corso a Roma. Così il ministro dell'Ambiente ha riportato all'Italia le stime del rapporto Stern sull'inazione (nell'ipotesi che la temperatura globale cresca solo di 1,5 gradi) di fronte ai cambiamenti climatici: "Per mettere in campo le azioni che permettono di tagliare le nostre emissioni di gas-serra - ha detto il ministro - ci servono da tre a cinque miliardi l'anno, mentre predisporre le misure di adattamento costa da un miliardo e mezzo a due miliardi di euro l'anno". Pecoraro ha sottolineato poi, in particolare, che "la differenza tra quello che ci costa non agire e quello che ci costa agire è tra 10 e 40 volte maggiore a favore dell'azione. Tagliare le emissioni e fare l'adattamento - ha concluso il ministro dell'Ambiente - ci costa tra meno di cinque e sette miliardi ogni anno, contro un massimo di 200. E prima si fa meno ci costa".

La temperatura in Italia è aumentata quattro volte di più che nel resto del mondo. Lo ha ricordato il ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, nella sua relazione introduttiva alla Conferenza Nazionale sul Clima. "Già ora la temperatura in Italia è aumentata quattro volte più rispetto al resto del mondo - ha ricordato il ministro - già ora le piogge diminuiscono, del 5% nell'ultimo secolo, gli episodi di siccità si moltiplicano, la desertificazione sta diventando un problema non solo per il Sud ma per la Pianura Padana. I nostri ghiacciai hanno perso metà del volume, e un chilometro su tre delle nostre coste basse è in arretramento. Il Po, come tutti i fiumi italiani, sta subendo riduzioni progressive delle portate medie mentre aumenta la variabilità tra piene e secche".

BERTINOTTI: C'E' POLITICA DI RAPINA NATURA
I cambiamenti climatici andrebbero chiamati in un altro modo, perché questa espressione appare "neutrale", non dà conto delle cause e delle responsabilità, che "risiedono nella politica di rapina e di dominio della natura che per un lungo ciclo economico ha perpetrato un tipo di sviluppo fordista-taylorista", ha detto il presidente della Camera Fausto Bertinotti, portando il saluto alla conferenza sui cambiamenti climatici, che si è aperta alla Fao alla presenza di Giorgio Napolitano. Bertinotti ha sottolineato che la sfida si presenta difficile perché deve fare i conti con "inadeguatezze culturali e dure resistenze di interessi".

In futuro, ha ammonito, le espressioni "sviluppo e crescita andranno usate con una sorveglianza critica". Il Mediterraneo risente fortemente dei danni causati dai cambiamenti del clima ma, ha concluso Bertinotti, il Mediterraneo ha le risorse per fronteggiare questi problemi con cambiamenti culturali e di comportamento per la cui definizione questa conferenza può dare importanti contributi.

NAPOLITANO: EUROPA PARLI CON UNA SOLA VOCE
"Per influenzare intese e sforzi coordinati che devono realizzarsi a livello mondiale per fronteggiare il problema del cambiamento climatico innanzitutto é essenziale che l'Europa parli con una sola voce", ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, lasciando la Fao dove ha assistito alla sessione di apertura della Conferenza sui Cambiamenti Climatici.

"Quindi è necessario - ha aggiunto - che si porti davvero avanti quella politica europea integrata dell'ambiente e dell'energia che è stata avviata nel Consiglio Europeo in primavera, e che l'Italia faccia la sua parte". Il Capo dello Stato ha sottolineato che "il problema del cambiamento climatico e del futuro dell'ambiente è uno dei più gravi e complessi problemi globali del nostro tempo". Nel suo saluto, il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, ha citato un analogo richiamo di Giorgio Napolitano: "energia e ambiente sono sfide che possono essere vinte solo se stiamo uniti in una politica comune".

FAO: VITTIME FAME DIPENDONO ANCHE DA CLIMA
"Sono 852 milioni le persone vittime della fame nel mondo e 815 vivono nei Paesi in via di sviluppo: questa cifra sta aumentando e la situazione peggiora di anno in anno. Le ragioni sono tante e complesse e i cambiamenti del clima è una di queste". Così David Harcharik, vicedirettore della Fao, ha aperto la Conferenza nazionale sui mutamenti climatici a Roma, voluta dal ministero dell'Ambiente e organizzata dall'Apat (Agenzia per l'ambiente e per i servizi tecnici).

"I cambiamenti climatici nel Pianeta - ha affermato Harcharik - sono una realtà, studi fatti parlano di alluvioni più frequenti, aumento della siccità, innalzamento dei mari e rialzo della temperatura: dobbiamo da ora riuscire ad adattarci a questa realtà". E secondo il vicedirettore della Fao " alla luce di questi cambiamenti occorre cambiare, ad esempio, le pratiche agricole, per poter assicurare cibo a tutti".

ansa.it

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