Un anno dopo si ripete il copione. Dopo tre pareggi, arriva, puntuale, la sconfitta contro il Palermo, come undici mesi fa, quando i rossoneri, alla settima di campionato, vennero sconfitti al Meazza dai gol di Bresciano e Amauri.
Un inizio di torneo difficile, quello del Diavolo che, dopo la vittoria iniziale a Genova, non è più riuscito a centrare i tre punti, incapace, in 3 occasioni, di mantenere il vantaggio acquisito, sarà un caso, sempre nel corso del primo tempo.
L'aveva detto il capitano Massimo Ambrosini alla vigilia della sfida contro i rosanero: "Abbiamo perso punti a causa di un atteggiamento sbagliato, dobbiamo essere più concreti e meno spettacolari".
Mercoledì sera, l'atteggiamento è stato quello giusto, per oltre un'ora. Clarence Seedorf, come quando è in giornata, ha preso per mano il Milan, l'ha portato in vantaggio, ha colpito una traversa. Il Palermo non riusciva ad uscire dalla propria metà campo. Nel secondo tempo è tornato alla ribalta il problema della concretezza, della cattiveria sotto porta, mista a una decisiva dose di sfortuna. Un altro legno, centrato da Pirlo, due salvataggi sulla linea su Nesta e Kakà, potevano chiudere la partita, e invece, quasi alla mezz'ora, su un lancio di Simplicio, la "spalla" di Amauri ha rivoltato il match, prima della punizione sulla quale Miccoli ha ringraziato una barriera troppo ballerina per un Kalac poco reattivo.
Il Milan, dopo una splendida gara, esce sconfitto per due episodi, ma esce battuto. Ed è quello che conta quando guardi la classifica e vedi che sono già 5 i punti di ritardo dal duo di testa. Recuperabilissimi, ma c'è da inventire la tendenza, e bisogna farlo dal match contro il Catania, da prendere come se fosse una partita di Champions.
La redazione / Eurosport