Chi pagherà l'errore di Pedrosa ?

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Shizuku.
00mercoledì 18 ottobre 2006 19:52
L'atteggiamento di Dani Pedrosa è stato criticato più volte in passato. Battezzato Titanium per la sua tendenza a non piegarsi di fronte a nessuna situazione, il giovane pilota spagnolo ha commesso domenica l'errore più palese della sua carriera.

Certo, non aveva ricevuto nessun ordine da parte della sua squadra e nessuno gli aveva chiesto di favorire Nicky Hayden nella corsa al titolo, a maggior ragione perché lui stesso era ancora in lizza. Nonostante ciò, la sua resistenza accanita di fronte all'americano, e poi la sua manovra di sorpasso al quinto giro – e la caduta che ne è risultata – sembrano aver aperto gli occhi di alcuni dirigenti della squadra Repsol Honda.

Pedrosa è spagnolo e beneficia del sostegno assoluto della Repsol. Da parte sua, Hayden è un pilota Honda da anni e furono le vittorie che offrì al costruttore giapponese mentre correva negli Stati-Uniti ad aprirgli le porte del team ufficiale HRC nelle MotoGP, nel 2003. Sono quindi due membri chiave della squadra che si oppongono, da cui probabilmente l'assenza di raccomandazioni prima della partenza della corsa, domenica.

Resta che Pedrosa ha forse rovinato il campionato di Hayden ed il titolo piloti di cui sognava la Honda. Makoto Tanaka, team manager, lo aveva affermato a fine settembre dopo il Gran Premio del Giappone : "Ormai abbiamo vinto il titolo costruttori ed il titolo team, però non possiamo festeggiare perché il nostro obiettivo principale è il titolo piloti. Lavoreremo quindi il più possibile per raggiungere questo obiettivo nelle prossime gare."

Da parte sua, Hayden capisce che Pedrosa abbia difeso la sua posizione durante la stagione, però stima che a due manche dalla fine, avrebbe dovuto poter contare sul suo compagno di squadra. "Tutti parlano soltanto di consegne di squadra, non so… Non spetta a me dirgli cosa fare, non posso dirgli di farmi passare, però non mi aspettavo sicuramente quello !" ha detto con rabbia domenica sera. "Anche quando l'ho passato la prima volta, non voleva lasciarmi il posto ! Ho dovuto lasciare i freni per passarlo ! Non so cosa dire. Si è sicuramente concentrato per seguire perfettamente il suo piano."

"Avremmo dovuto avere un piano, c**** !" ha proseguito Hayden. "Erano state disputate quindici gare, il titolo era in vista, ci sono sette piloti Honda in pista, mi sembra chiaro ! Colin ha fatto quello che poteva per Rossi. Non mi aspettavo che Pedrosa si fermasse per farmi passare, ma… non quello !"

"E' sicuramente molto a disagio perché dà un'immagine terribile di lui, ma onestamente deve rendersi conto di quello che tutto questo rappresenta per me. Il martedì, quando tutti sono tornati a casa, io sono ancora lì a fare test !" ha ricordato Hayden in un singhiozzo. "Un campionato non è una corsa, non puoi solo riprovare a vincere la domenica seguente. Se mi costerà il titolo, io dovrò vivere con quello per il resto della mia vita. So che Dani non è quel tipo di pilota, so che non era intenzionale, ma… Quando mi sono ritrovato sulla ghiaia e quando ho visto che era Dani… Non me l'aspettavo affatto. Ha tre titoli di campione del mondo, saprà bene quello che rappresenta."

L'americano ha evocato rapidamente il rischio di ferite fisiche che quella caduta aveva rappresentato, ricordando ironicamente : "Si è rotto il mignolo, io invece ho pensato alla mia spalla ! (Hayden si era rotto la clavicola due anni fa, ndr)"

Ormai la stampa europea chiede in maggioranza una sanzione. E' davvero poco probabile che Pedrosa perda il suo posto in seno alla squadra Repsol Honda, in particolare per il legame fortissimo evocato precedentemente con il principale sponsor del team. Hayden ha anche espresso il desiderio che lo spagnolo non venisse escluso dal Gran Premio di Valencia, dove spera di beneficiare del suo sostegno. "Spero che non lo sospenderanno ! Ho bisogno di lui e può succedere di tutto la settimana prossima. Non so se lo potrò perdonare ma, come gli ho detto, se facciamo primo e secondo a Valencia, è ancora possibile. E' l'unica soluzione che ha per rifarsi nei miei confronti," ha affermato il pilota americano.

Se Dani Pedrosa non pagherà direttamente il prezzo del suo errore, uno dei membri dello staff dirigente potrebbe farlo a suo posto. La stampa italiana cita il nome di Tsutomu Ishii, direttore generale dell'HRC, mentre anche il posto Alberto Puig sarebbe a rischio. In effetti, l'ex pilota beneficia di un posto privilegiato in seno alla squadra, in quanto è il ‘capo team' di Pedrosa, un posto che non esiste in seno al ‘team' Hayden.

Le recenti dichiarazioni di Puig al giornale sportivo spagnolo As risuonano come un'assoluzione per la manovra di Pedrosa : "Dani aveva una chance matematica, allora chi poteva impedirgli di non gareggiare ?" ha chiesto Puig, prima di fornire una nuova versione della caduta dei due piloti : "E' caduto perché l'altro pilota (Nicky Hayden, ndr) ha frenato troppo presto. Dani stava andando bene e, al giro precedente, Hayden lo aveva toccato…"

"Se ne fa tutta una storia perché coinvolge il leader del campionato ed il suo compagno di squadra. La prima corsa che Hayden avrebbe dovuto fare era essere davanti, cosa che non ha mai fatto quest'anno (sic). So che è terribile per la Honda e per Nicky, ma avrebbe potuto succedere con qualunque altro pilota," ha aggiunto Alberto Puig.

Intanto, Hayden si sta rivelando per una stampa ed un pubblico europei che finora si sono interessati ben poco a lui. Considerato come un po' troppo consensuale, l'americano è determinato a dimostrare a tutti che ha abbastanza forza morale per non abbassare le braccia. Anche se ormai parte con un handicap pesante.

"Per tutto l'anno, la gente ha aspettato che abbassassi le braccia, ma in questo weekend ho dimostrato che non abbandonerò. Era il peggiore circuito per me e mi sono qualificato lo stesso in prima fila, avevo un ottimo ritmo in gara. Anche adesso, non abbandonerò," ha affermato Nicky Hayden.

Shizuku.
00mercoledì 18 ottobre 2006 20:02
MotoGP - HRC's disaster - A pagare sarà Tsutomu Ishii
17-10-2006

In casa Honda, sebbene la nazionalità giapponese, si pensa tutt'altro che a fare i kamikaze. Se qualcuno è interessato a questo ruolo e per propri assurdi ragionamenti è riuscito in quest'impresa, bene, sarà tagliato dalle proprie responsabilità in seno alla HRC. E' successo in passato per Nakajima e compagnia (l'anno passato inspiegabilmente anche per Carlo Fiorani, spostato ad un ruolo dirigenziale in Honda Europa con responsabilità anche in Superbike), succederà per la solita teoria del "Tagliare le teste" o del "Capro espiatorio" anche dopo il "Disaster" di Estoril.

A pagar per tutti, stando agli ultimi rumors, sarà Tsutomu Ishii, General Manager HRC, colui che ha spinto per il rinnovo di Nicky Hayden e che non ha imposto giochi di squadra, lasciando i propri piloti liberi di far la propria gara in Portogallo. Le responsabilità però sarebbero anche da condividere con Makoto Tanaka (team manager), Chris Herring (direttore sportivo) e Roger van der Borght (team coordinator), ma dopo un'accurata indagine interna a pagar per tutti, a quanto sembra, sarà il solo Tsutomu Ishii.




Shizuku.
00mercoledì 18 ottobre 2006 20:07
MotoGP - HRC's disaster - La sfortuna della famiglia Hayden

La Famiglia Hayden è comunemente definita come la "Motorcycle Family" all'Americana. Tutti, o quasi tutti, sono stati direttamente impegnati nel motociclismo, a cominciare dal Babbo Earl, che ha trasmesso ai suoi figli la propria passione, mentre Mamma Rose cercava di staccarsi pian piano da questa vita. Missione impossibile, considerando che Tommy, Roger Lee e Nicky si sono tutti dedicati prima o poi alle due ruote, compresa una delle due figlie, Katleen, che aveva vinto qualche gara motociclistica amatoriale prima di dedicarsi agli studi e al tennis. L'unico membro familiare che ha preferito staccarsi dal motociclismo è stata Jenny, la sorella minore, 20enne che tra studi al college ha anche fatto l'ombrellina a Nicky in qualche gara nel recente passato della MotoGP.




Ora è facile che con una famiglia del genere, dove tutti corrono ogni domenica, ci siano dei momenti positivi o negativi. Ultimamente, però, sembra che un vero e proprio malocchio abbia citofonato alla Hayden's House di Owensboro. Tutti abbiamo visto cosa è capitato domenica a Nicky, ma in precedenza in una gara dell'AMA Superbike a suo fratello Tommy si è letteralmente spezzata la leva del freno costringendolo al ritiro, mentre suo fratello Roger Lee è ripetutamente caduto.

Due ultimi mesi d'inferno per tutti in famiglia. Una sfiga colossale. Malocchio. Sì, ma chi gliel'ha mandato?...




[Modificato da Shizuku. 18/10/2006 20.08]

Shizuku.
00mercoledì 18 ottobre 2006 20:10
MotoGP - HRC's disaster - Lo sconforto di Nicky Hayden



In un momento gli è passata davanti tutta la stagione, in quel'infinitesimale spazio che lo ha trasportato dal ruolo di inseguito a, senza troppe speranze, inseguitore. Un'incolpevole caduta, provocata dal suo compagno di squadra, da quel Daniel Pedrosa con il quale aveva instaurato prima delle 15.08 a Estoril un discreto rapporto. Certo, non si sono mai scambiati informazioni lui, Nicky Hayden, ed il tre volte iridato, si sono tenuti ben lontani dal collaborare per lo sviluppo della moto (d'altronde hanno avuto sempre due diversi telai a disposizione), parlandosi solo per il più stretto indispensabile, come a Motegi nei test post-GP, quando il "Kentucky Kid" si è intrattenuto a lungo con Pedrosa per sapere le prime sensazioni in sella alla nuova 800cc. Un rapporto onesto da professionisti del mestiere, con la consapevolezza che il tuo compagno di squadra è il tuo primo rivale, ma che potrebbe rivelarsi, chiedere a Valentino Rossi, il tuo migliore amico. Da quel patatrac alla Parabolica Interior, quinto giro del Gran Premio del Portogallo 2006, cambierà sicuramente qualcosa, perchè quel "Disaster" può aver spezzato in un attimo il sogno di una vita, l'ambizione dopo un 2006 dove Nicholas Patrick Hayden ha lavorato spesso giorno e notte con i meccanici del proprio team capeggiati da Peter Benson, percorrendo quasi 300 giri in ogni tre-giorni di prove a Sepang per trovare una soluzione ai problemi di gioventù alla "Brno Type" oltre che a quella maledetta frizione che attanaglia la RCV sin dal 2002. Una stagione dove, giustamente, Hayden è convinto di non aver sbagliato nulla, di aver sempre dato il massimo, più di quello che si potrebbe richiedere ad un ragazzo di 25 anni che anzichè andare in vacanza e rilassarsi preferiva girare col Dirt-Track per tenersi in allenamento e mantenere alto il livello di concentrazione.

Lavoro, sforzi, sacrifici vanificati per un errore del tuo compagno di squadra. Ti ritrovi a terra, non ti rendi conto del perchè se non per la ragione che qualcuno ti ha toccato. Provi a rialzare la moto, non ci riesci, dannazione, vuoi ripartire, chiami i commissari, sono secondi importanti, qualche punto varrebbe oro in una circostanza del genere. La tua RCV in quell'istante si spenge, non hai tenuto la frizione, si è maledettamente spenta. Ti giri, ti chiedi chi è stato quel pezzente a buttarti fuori. E' il tuo compagno di squadra, Daniel Pedrosa, colui che per tutti sarà il futuro del motociclismo, il rivale dal 2007 in avanti di Valentino Rossi. Non ci credi, ti togli il casco, l'adrenalina si trasforma in rabbia, la foga agonistica in un preciso intento tenuto a freno per miracolo di decapitare quel "nano malefico". Il cuore ed il cervello si collegano, lo stato d'animo si trasforma in uno stato di rabbia interiore espressa a tutto il mondo attraverso la propria voce. "Va********, perchè figlio di ******, perchè, m****", questo in sintesi censurabile. Torni in zona-paddock mediante uno scooter, voli verso il tuo motorhome. Lì c'è tuo fratello Tommy, venuto dall'America per darti un aiuto morale che mai in questo momento è propizio. Arriva anche tuo Padre, Earl, che vagava disperato al Box HRC sino a qualche momento addietro. Accendi la televisione, segui la gara, inizi a sperare, brutto da dirsi, in una disavventura per Valentino. E' in fuga il tuo rivale, adesso è lui 13 punti avanti. Speri in un riaggancio di Elias, di Roberts che non sta andando malaccio, il tuo miglior-amico pilota nel paddock del Motomondiale. Tifi per lui, ma ecco il momento: arriva Daniel Pedrosa. Non sai cosa fare, lo vuoi uccidere, ma alla fine provi a realizzare che è lui la seconda persona al mondo più dispiaciuta per l'accaduto. Ci parli, senti ma non accetti, non per il momento, le sue scuse, ma capisci che anche lui è distrutto per l'accaduto. Dani se ne va, arrivano a questo punto tanti responsabili Honda che cercano di confortarti: non serve, non serve nulla tutto questo. Mandi Babbo Earl dai giornalisti che assiepano l'ingresso del motorhome per riferire che parlerai più tardi, non adesso.

Finisce nel frattempo la corsa, Elias ha tolto cinque punti a Valentino, "bene così", per modo di dire. Provi per un attimo a pensare cosa rappresenterà Valencia. Tu adessi sei passato dall'aver tutto da perdere al giocarsi il titolo avendo tutto da guadagnarci, perchè virtualmente il tuo lavoro è stato buttato nel cesso per un errore del tuo compagno di squadra. Arrivano i responsabili stampa Honda, a bassa voce ti ricordano che alle 17.30 ore locali dovresti presentarti nella loro hospitality per parlare con i giornalisti. Ci vai, cappellino bianco, visiera piatta, occhialoni neri che ti metti addosso per contratto ma che in questo caso servono a nascondere il tuo sguardo, quello che fa impazzire migliaia di ragazzine in tutto il mondo.

Via, cominci a parlare, la tua voce è roca, distrutta, mozzata dalla consapevolezza che adesso tutto si è fatto difficile. "Mi sento male. Mi è capitata la cosa peggiore che potesse capitare. Il mio compagno di squadra mi ha buttato a terra, potevamo essere protagonisti, io avevo un buon passo, avevo scelto la gomma giusta, invece dopo cinque giri mi son ritrovato a terra"

Da questo momento non ti rendi conto che davanti a te ci sono decine di giornalisti, ed inizi a parlare come più di piace, senza nascondere niente, dicendo solo e soltanto la pura verità. "Non avevamo ordini di scuderia, però diavolo Dani non doveva fare una cosa simile, sapeva quanto fosse importante per me questa gara, non potevamo rovinare una gara in questa maniera"

Ed il campionato? "Non è finito, a Valencia dovrò vincere, però tutti conosciamo Valentino, con otto punti di vantaggio sarà difficile, molto difficile, c'è poco da dire". Basta domande, dopo un quarto d'ora canonico lasci l'hospitality e abbandoni il circuito con Babbo Earl e tuo fratello Tommy. Vai in albergo, domani ci sono ancora test, questi fottutissimi test post-GP. Come ci arriverai? Con che stato d'animo? Con Pedrosa al tuo box? Per carità. Fortuna che ieri la pioggia ha fatto capolino, almeno in questo...


Shizuku.
00mercoledì 18 ottobre 2006 20:12
MotoGP - HRC's disaster - Le sensazioni di Earl Hayden
Diventato famoso a Laguna Seca 2005, quando con quella sua camicia bicolore Kawasaki-Honda (le squadre dei propri figli Tommy/Roger Lee e Nicky) e per esser salito in mondovisione in sella alla RC211V, Earl Hayden è un uomo equilibrato ma soprattutto una persona che da decenni in diversi ruoli è dentro al motociclismo. Lui, proprietario di una concessionaria di automobili, è stato dapprima pilota, per poi seguire la carriera dei propri figli impegnati tra MotoGP, AMA Superbike, Supersport e Superstock.

Una persona simpatica, disponibile che è tra quelle più avvicinabili al box HRC. Domenica a Estoril, però, non era il solito Earl. Quando ha visto l'assurdo "Disaster" tra Pedrosa e suo figlio Nicky, non è riuscito a darsi pace. Prima ha osservato a lungo il monitor, scrutando ogni possibile rientro in gara di Nicholas, successivamente vagava come un'anima in pena tra il box, il paddock ed infine il motorhome di famiglia.

Earl non ha chiesto spiegazioni, non ha fatto il classico Babbo che rompe e cerca di difendere il proprio figlio. Earl è stato un gran signore, ha aspettato Nicky al Motorhome, ha cercato di consolarlo e ha respinto i primi "assalti" giornalistici, rimandando l'appuntamento alla conferenza stampa in programma alle 17.30 nell'Hospitality Repsol Honda.

"C'è poco da dire anche da parte mia", ha detto ai giornalisti yankee Earl Hayden. "D'accordo che son le corse, ma quel che è successo oggi è incredibile. Non ho parole". Non le ha nessuno.
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