I Democratici cedono a Bush: approvati i fondi per la guerra in Iraq

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Shizuku.
00venerdì 25 maggio 2007 12:22
Nel testo sparito ogni riferimento a un calendario di ritiro delle truppe


Staccato un nuovo assegno in bianco, dal valore di 120 miliardi di dollari. Ma Hillary e Obama votano contro i finanziamenti aggiuntivi

Washington, 25 mag. (Adnkronos/Ign) - Alla fine i democratici si sono dovuti sottomettere alla volontà del presidente George W. Bush ed hanno approvato un nuovo assegno in bianco, dal valore di 120 miliardi di dollari, per la guerra in Iraq . E' infatti sparito dal testo che è arrivato, dopo l'approvazione a tarda notte ieri al Congresso, sulla scrivania del presidente ogni riferimento ad un calendario di ritiro delle truppe presente nel testo originario che Bush aveva bloccato con il veto. "I democratici non interromperanno i loro sforzi per cambiare il corso della guerra fino quando un numero sufficiente dei repubblicani si unirà a noi nel rifiutare la politica fallimentare del presidente Bush o avremo un nuovo presidente", è stata la dichiarazione del leader della maggioranza al Senato, Harry Reid, che due giorni fa aveva, insieme alla Speaker Nancy Pelosi, gettato la spugna di fronte al rischio di apparire come la causa della mancanza di fondi e quindi di protezione per le truppe dispiegate. Ma è significativo che tra i 14 senatori che hanno votato contro la legge vi sono i principali candidati democratici, Hillary Clinton e Barack Obama che non hanno voluto quindi pregiudicare il sostegno, che appare sempre più cruciale, della base contraria alla guerra alle prossime primarie. Molto più consistente il drappello dei contrari alla Camera, dove la legge è passata con 280 voti favorevoli ed 142 contrari, dei tanti deputati democratici liberal che non hanno accettato quello che i movimenti pacifisti hanno definito il 'tradimento' della leadership democratica del mandato che gli è stato dato dagli elettori con la vittoria di novembre, far uscire il Paese dal pantano iracheno. "Odio questo accordo di compromesso", ha sentenzionato David Obey, presidente della commissione finanziamenti della Camera, che ha avuto un ruolo chiave in questo mese di negoziati con la Casa Bianca dopo il veto, giustificando il suo no alla misura. Ma alla fine ha prevalso il senso di responsabilità di riuscire, come era stato promesso, ad approvare i finanziamenti entro il prossimo week-end del Memorial day, ed i leader democratici - che non possono contare su una maggioranza tanto forte da rovesciare il veto di Bush - non hanno avuto alternative. "Non posso votare per bloccare i fondi alle nostre truppe che sono in pericolo - ha spiegato Carl Levin, il presidente della commissione Difesa del Senato che si oppone alla guerra - semplicemente non posso farlo e non lo farò. Non è il modo giusto per mettere fine alla guerra".



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