Un intervento falloso di Viera su Gattuso
A San Siro finisce zero a zero.
Poche emozioni, vince la tensione
MILANO
C’era aria di zero a zero e così è stato. Alla Francia il pareggio è servito per restare in vetta alla classifica, anche perchè l’Italia, dopo un buon primo tempo, si è sgonfiata col passar dei minuti. Siamo alla solita storia della stagione cominciata dopo gli avversari, ma è inutile stare a rivangare le colpe dei padroni del vapore.
È mancato proprio il guizzo di chi ha energie (specie nel finale) e probabilmente un Toni sarebbe servito, visto che Inzaghi prima e Lucarelli poi, sono stati soffocati dalla coppia centrale francese Thuram-Escudè. I lanci di Pirlo sono caduti spesso nel vuoto e per linee laterali Oddo e Zambrotta non hanno inciso. Il poderoso centrocampo francese, guidato da Vieira, non è stato assecondato dagli attaccanti e così Henry e Anelka non hanno fatto quasi nulla (anche per la bravura dei nostri difensori), ma la squadra azzurra ha terminato la partita con la lingua penzoloni. Quindi abbiamo dovuto accontentarci di un pareggio cobntro una Francia di maggiore peso, ma non eccezionale.
Mentre Donadoni ha mandato in campo la formazione prevista, con Inzaghi (poco) di punta, Del Piero (incisivo solo una o due volte) a sostegno e Barzagli (bene) difensore centrale, Domenech (pardon, Mankowski, che è andato in panchina) ha presentato Escudè (centrale, con Abidal esterno sinistra) e L.Diarra sulla destra, in difesa. La calda serata di San Siro, ricolmo di 80.000 spettatori, è cominciata con un ricordo di Pavarotti, la cui voce è stata ascoltata in religioso silenzio dal pubblico e poi applaudita a lungo. «Il nostro migliore nemico», come il giornale «Le Parisien» ha definito l’Italia, insomma, si è comportato bene, fino al momento degli inni nazionali, fischiatissimo (malissimo) quello francese dopo i recenti insulti di Domenech, cantato a squarciagola quello italiano. Nel primo tempo la partita non è stata molto veloce.
Il più attrezzato centrocampo francese (ottimo Vieira) ha tenuto palla, ha cercato varchi, ma inutilmente. Anelka non ha quasi visto palla ed Henry, probabilmente frastornato per i 15 milioni di euro da versare alla ex moglie per il divorzio, è stato sovrastato da Cannavaro, vecchietto dagli anticipi prodigiosi. Insomma, la nostra difesa non ha lasciato spazi ai francesi che hanno tirato efficacemente solo al 43’, quando un sinistro di Malouda, servito da Vieira, ha costretto Buffon a svegliarsi dal torpore in cui aveva vissuto. Obiettivamente difficile, del resto, per i nostri andare avanti per una buona mezzora (solo Cannavaro al 14’ da terra aveva costretto Landreau a deviare in angolo). Poi gli azzurri si sono portati all’attacco con qualche bel lancio di Pirlo e con delle azioni manovrate: al 33’ un triangolo Del Piero-Camoranesi-Del Piero sulla sinistra ha costretto il portiere francese a una parata a terra sul tiro del bianconero.
Un minuto dopo, da un lancio di Pirlo per Inzaghi (poco servito, in generale), è scaturito un tiro da posizione molto decentrata di Superpippo che ha baciato la traversa superiore. Troppo poco, direte, per la tanto strombazzata «partita della vita»: in realtà, visti anche i risultati del pomeriggio (la Scozia ha vinto, l’Ucraina ha pareggiato) le due squadre hanno pensato prevalentemente a non scoprirsi molto per evitare sgradevoli sorprese. Partita molto tattica, con gli attaccanti nella veste di spettatori non paganti e gran marmellata a centrocampo dove fra Gattuso (ammonito) e Vieira è scoppiata qualche scintilla. Camoranesi ha lavorato molto, come De Rossi e Pirlo. Insomma, 45’ di sano podismo e poc’altro. Gli azzurri hanno cominciato bene costringendo Landreau a due interventi su colpo di testa di Barzagli e su botta di Camoranesi. Ma si sono svegliati pure i francesi e Buffon è stato costretto a uscire sui piedi di Anelka.
Il pericolo di regalare spazi agli avversari (Ribery in particolare) si è fatto concreto e Donadoni ha cominciato a cambiare: Perrotta ha sostituito lo stanco Camoranesi, partendo dal centro-destra. La seconda mossa, viste le difficoltà di Inzaghi, è stata quella (poco gradita dal pubblico), è stata l’inserimento di Lucarelli e poi di Di Natale al posto di Del Piero (fischiato). Nel finale c’è stata un’avventurosa uscita di Buffon su Anelka e, insomma, non ci possiamo lamentare, vista la differenza di preparazione fra noi e la Francia. Mercoledì, a Kiev, non sarà facile.