Lo sport nel mondo arabo e in Iran

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Shizuku.
00venerdì 7 settembre 2007 19:58

Per continuare con la visione più radicale e meno permissiva, indossare una medaglia d’oro è indice di scarsa modestia, per cui si può ammettere la sua vincita come conseguenza di partecipazione a gare, solo in taluni casi, e comunque non può essere indossata ma mostrata, solamente, tenendola in mano. Secondo le posizioni più intransigenti si tratta di un’invasione culturale peggiore di quella militare perché conquista il cuore e l’anima del musulmani. Lo sceicco del Kuwait è arrivato a emettere una fatwa in cui proclama illecito assistere alle partite sui canali televisivi corrotti. Di segno opposto sono altri paesi: nell’Iraq di Saddam Hussein il gioco del calcio era ammesso, erano previste torture e maltrattamenti nel caso di errori durante le partite, tanto che i giocatori, appena potevano, chiedevano asilo politico all’estero. Ma l’Iraq non è l’unico paese del Medio Oriente che ammette lo sport ed in particolare che si appassiona al gioco del calcio.




Lo sport nazionale iraniano

Il calcio è lo sport nazionale dell’Iran e ogni aspetto della vita sociale può dirsi pervaso da questa passione. In uno stato rigidamente legato alla tradizione islamica, dove il nucleare è un problema politico all’ordine del giorno e il Presidente minaccia di voler cancellare dalle cartine geografiche lo stato di Israele, è possibile vedere bambini che giocano con il pallone per strada, emulando i loro idoli e, dato ancora più insolito, questo Stato vede l’organizzazione di un vero e proprio campionato femminile.

La squadra nazionale maschile è posta sotto l'organizzazione della Federazione Nazionale della Repubblica Islamica dell’Iran. Quest’ultima regola lo sport del calcio ed è responsabile dell’organizzazione della nazionale, dal 1945 è membro della FIFA e dal 1958 della confederazione asiatica di calcio. La federazione riceve la maggior parte dei finanziamenti da parte del governo, ma non mancano sponsorizzazioni da parte di società e compagnie private. Si deve ricordare la sospensione nel 2006 della Federazione della Repubblica Islamica dalla FIFA perché accusata di subire eccessivamente le pressioni del governo invece di rimanere un organo autonomo. La nazionale iraniana è una delle più forti tra quelle asiatiche, anche se la Coppa d’Asia è stata vinta in modo paradossale dalla squadra irachena, la squadra di uno stato che non può permettersi gli stadi dove poter far allenare i propri tesserati.

Per quanto concerne il campionato iraniano, le squadre sono appoggiate da società sportive. La Saba Battery Football Club, che ha sede a Teheran, è la principale società perché la più ricca e organizzata del paese. La squadra che fa riferimento a tale società, attualmente, gioca nel campionato di prima divisione ed è alle prime posizioni della classifica. La proprietà del club è della Saba Battery Co, che ha sede a Robat Karim, anche se ufficialmente risulta con sede a Teheran. Questa società sportiva, non si limita alla sponsorizzazione della società calcistica si rivolge anche ad altri sport, nel caso specifico alla squadra di basket, anch’essa una delle più forti del paese. Esaminando l’origine della sponsorizzazione, la Saba Battery è una ricca holding del Medio Oriente specializzata nelle batterie per le automobili e non solo. Tra i suoi prodotti anche la fornitura di materie prime come rame, oro e argento. Quest’azienda vanta importanti scambi anche con l’occidente, in particolare con la Germania.




Il coinvolgimento femminile nello sport secondo l’Islam

Il rapporto tra l’Islam e lo sport, come già visto, è molto particolare, soprattutto se si fa riferimento alle possibilità per le donne di praticare attività sportiva. È necessario premettere che nel Corano, fonte primaria nelle legislazioni dei paesi islamici, non vi è alcuna proibizione rivolta alle donne nel praticare sport purché il corpo venga idoneamente coperto e non via sia alcuna promiscuità tra il sesso femminile e maschile. Nonostante questo, tra i paesi islamici manca una posizione uniforme in materia. In alcuni alla donna si proibisce tale attività per il timore di lacerazioni dell’imene, zona del corpo che deve arrivare alle nozze priva di qualsiasi compromissione. Negli Stati dove l’ala fondamentalista è prevalente, si arriva a perseguitare le donne che partecipano alle attività agonistiche. Si ricordi solo il caso della campionessa algerina Habissa Boulmerka, costretta a fuggire dal suo paese perché dopo la partecipazione alle Olimpiadi aveva sollevato reazioni più dure da parte degli integralisti islamici. In altri Stati, invece, si ammette con le adeguate precauzioni che tutelino la femminilità della donna.




La posizione iraniana e l’attività sportiva femminile

In Iran, attraverso il Presidente Ahmadinejad, la posizione islamica più intransigente ha largo spazio. Nonostante ciò però si deve evidenziare che viene riconosciuta alle donne la possibilità di svolgere attività sportive anche a livello agonistico. Le donne possono scegliere si svolgere sport in privato o in pubblico. In quest’ultimo caso, la donna dovrà coprire, in modo appropriato, le parti del corpo che non è possibile svelare secondo l’Islam. Con le dovute precauzioni non vi sarà alcun ostacolo alla sua partecipazione alle attività ammesse in pubblico. Sono molte le donne che si vedono sciare tra le montagne a nord di Teheran e gli sport di montagna sono da loro praticati e largamente accettati dalla società. In città non sarà inusuale vedere le donne giocare a badminton, tennis da tavolo e pallavolo nei parchi, così potranno anche fare jogging, canoa o andare a cavallo. L’attività in ambienti privati invece può essere svolta liberamente senza alcun limite nell’abbigliamento, ma vi è il divieto tassativo di partecipazione maschile. Ad ogni modo, è da ricordare che la competizione femmine è stata ammessa solo dal 1990, e da pochi anni è stato permesso loro di entrare negli stadi per assistere alle manifestazioni sportive. Prima dell’aprile 2004 lo stadio per loro era un tabù, un peccato.




La partecipazione sportiva delle donne ai tornei di calcio

Le donne iraniane hanno una particolare inclinazione al gioco del calcio, lo sport nazionale, e solo nel 1993 in seguito alla dimostrazione di tanto interesse, su spinta dell’Università Alzahra si cambiò la legge permettendo l’organizzazione di un primo torneo di calcio femminile. L’attività calcistica femminile continuò a crescere e nel 1997 si arrivò alla formazione di una squadra femminile di calcio iraniana, su incoraggiamento di un club sportivo. Finalmente nel 2001 si organizzò il primo torneo nazionale con la supervisione del Ministero dell’Educazione, Ricerca e Tecnologia. Nel 2005 vi fu la prima competizione con la partecipazione anche di squadre straniere. Ad ogni modo nel rispetto della Shari’a, le donne iraniane possono partecipare alle competizioni nel cui stadio vi sia un’esclusiva presenza femminile. Infatti, per difficoltà relative l’abbigliamento, nella tribuna non si ammettono tifosi di sesso maschile ad assistere alle partite.




La politica e lo sport

Gli Stati Uniti hanno invitato alcuni lottatori iraniani ad allenarsi insieme ai colleghi americani in vista delle Olimpiadi di Pechino. E di recente l’Iran aveva ospitato alcuni lottatori americani recatisi nella Repubblica Islamica per partecipare ad una competizione. Il Dipartimento di Stato americano si dice totalmente favorevole all’iniziativa, seppur ad oggi lo Stato iraniano non si sia ancora espresso in merito. Dietro l’iniziativa si può leggere la possibilità di una riapertura dei rapporti diplomatici tra i due Stati, completamente cessati nel 1979 dopo l’occupazione dell’ambasciata Usa a Teheran e il sequestro di cinquantadue diplomatici. Ma sicuramente le tensioni dovute anche alla questione del nucleare e le continue minacce di un attacco preventivo da parte degli Stati Uniti, non saranno risolte dallo scambio sportivo. Gli interessi economici in gioco sono alti e pensare ad un disgelo diplomatico favorito da rapporti di questo tipo sembra quanto mai superficiale. Sicuramente non si può, in questo caso, pensare al verificarsi di una situazione analoga a quella avvenuta nel 1971 con l’incontro di ping pong tra Stati Uniti e Cina che aveva portato ad una normalizzazione dei rapporti tra i due Stati.




Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 20:53.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com