Sul mercato anche la cannabis-OGM

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Shizuku.
00mercoledì 6 giugno 2007 09:31
MILANO - Oggi sul mercato dello spaccio arrivano marijuana e olio di hascisc ricavati da piante di cannabis geneticamente modificati: per la marijuana, rispetto al contenuto di principio attivo della pianta 'normale', che è pari a 0,5-1%, l'analogo prodotto OGM arriva fino al 10-15%. Quanto all'olio di hascisc si va fino al 20 e anche al 50%. L'allarme è di Massimo Clerici, docente di psichiatria all' Università di Milano. E la situazione è tale che la Società Italiana di Psichiatria (SIP) mette a disposizione delle scuole italiane una task force di 500 giovani psichiatri con una formazione ad hoc.

"Oggi, come si modifica geneticamente la pianta di pomodoro, rendendolo più grosso e resistente, come si produce mais-Ogm - spiega Clerici - lo stesso procedimento si può facilmente applicare alla cannabis. Anzi, lo hanno già fatto: mentre ci si preoccupa delle coltivazioni di papavero da oppio in Afganistan, intere piantagioni di cannabis-Ogm sono state realizzate in Paesi a noi molto più vicini, anzi, a poche ore di motoscafo dalle coste adriatiche e quei prodotti invadono quotidianamente l'Europa passando attraverso l'Italia". Quale effetto dà uno spinello 50 volte più potente?

"Un disordine psicoattivo enormemente più forte - risponde Clerici - perché la corteccia prefrontale, deputata ai processi cognitivi, subisce cambiamenti". Il fatto è, secondo gli psichiatri, che c'é una correlazione fra uso della cannabis e il rischio di avere malattie psicotiche. In particolare nei giovani fra 12 e 19 anni - che già hanno una sensibilità doppia a queste sostanze a causa della morfologia in formazione del loro cervello - se sono già a rischio per gravi stress precedenti (problemi familiari, perdita di affetti, il padre in prigione...), un uso della cannabis molto più intenso e più precoce può avere effetti devastanti, fino a scatenare malattie mentali.

E c'é una ricerca tedesca che denuncia come negli ultimi anni il limite di età d'inizio sia sceso fino a 11-12 anni. Uno altro studio eseguito in Germania afferma che se con mezzi di prevenzione si riuscisse a limitare molto l'uso della cannabis, il numero dei casi di disturbi mentali nei giovani (schizofrenia, depressione, disturbo bipolare) si ridurrebbero di almeno il 15%. Inoltre, "sono numerose le evidenze scientifiche - aggiunge Clerici - secondo cui l'uso della cannabis riduce l'effetto delle cure nei pazienti con problemi mentali, aumenta le ricadute, il numero dei ricoveri e la loro durata".

"Oggi - afferma Clerici - vediamo ragazzini che fumano spinelli, che mostrano i sintomi di problemi molto più gravi rispetto a quelli dei loro coetanei hippies degli anni Settanta. Se a questo aggiungiamo il fatto che l'accessibilità alla cannabis è molto maggiore, anzi, negli ultimi due anni è aumentata del 20%, ci accorgiamo di come la situazione diventi sempre più grave". Per questo, la Società Italiana di Psichiatria, mette a disposizione del governo, dei ministeri (scuola, salute, solidarietà) e delle singole scuole italiane una task force di 500 giovani psichiatri particolarmente formati e preparati ad affrontare il problema. I 500 hanno concluso una formazione ad hoc sul tema: 'Cannabis, Alcol e Disturbi Psicotici', svolta in 16 città italiane.

La proposta della SIP vuole essere uno stimolo al governo italiano, ad affrontare il problema così come si è fatto in Germania, in Francia o nei Paesi Bassi, dove si sono diffusi centri di consulenza gratuita specializzati in droghe particolari, destinate ad adolescenti in difficoltà e ai loro genitori, prestate da professionisti esperti.
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