..e con ragione!
Dopo la rottura del motore della sua Yamaha nel Gp di Valencia, che è costato al Dottore anche il secondo posto nel Mondiale, Valentino Rossi lancia un duro attacco alla casa nipponica. "Questa è una comica, non è più nemmeno sfiga"
Si dice che la pazienza sia la virtù dei forti, evidentemente due Mondiali persi hanno reso meno forte anche lui. E così anche la pazienza di un campione come Valentino Rossi è venuta meno.
L'ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso, oramai colmo di tensione tra il campione di Tavullia e la Yamaha, è stata la rottura del motore della sua M1 nel Gp di Valecia, che è costato anche l'ultimo traguardo personale di Vale: il secondo posto nel Mondiale, che è andato al dominatore di Valencia, Daniel Pedrosa. Gara, quella spagnola, che Rossi aveva voluto correre a tutti i costi, nonostante la frattura multipla alla mano destra nelle qualifiche del sabato. "Stavo facendo una gara tranquilla, mi bastava un punto, andavo tutto sommato anche forte perché la mano andava bene. Mi son fatto un mazzo così per correre, diverse punture, e farsi bucherellare dal dottor Costa, che ringrazio, non è divertente. Però si è rotto il motore anche oggi, qui la situazione è disastrosa, andava più forte pure la Yamaha di Tamada, non so cosa dire" - questo il primo affondo del Dottore.
"Meritavo di arrivare secondo, ma è la Yamaha ad aver perso questo piazzamento. Qui la situazione è molto triste in vista del 2008 - ha aggiunto Rossi - se qualcuno non si dà una mossa. Parlerò coi giapponesi, ma io sono Valentino Rossi, non mi pare giusto correre con la moto che va più piano e si rompe. Mi tolgo il cappello davanti alla Ducati, ma mi manca solo di mettermi la tuta da meccanico giapponese per andare là e provare a farla andare più forte. Ora la priorità è guarire, ci vorrà una ventina di giorni, poi mi concentrerò sui test di fine anno a Jerez".
La pazienza, come detto, è finita e Vale ha scelto, per una volta, di alzare la voce. Chissà se in Giappone saranno arrivate le "urla" di Rossi...?
Alessandro Brunetti / Eurosport