00 26/05/2007 10:44
Accalappiare e uccidere centocinquanta randagi al giorno: fu questo il perentorio ordine del sindaco di Bucarest Traian Basescu nel marzo del 2001. Presto questa decisione diventa legge nazionale e viene estesa, nel novembre 2002, a tutto il territorio romeno. Nella capitale vagava scheletrito un cane per ogni otto abitanti. Le cause? Quando l’ex presidente Ceausescu volle cambiare il volto delle città rumene e “ammodernarle” sostituendo le tradizionali casette con giardino di stampo contadino con enormi blocchi condominiali, migliaia di cani, usati per lo più per la guardia, si trovarono in strada da un giorno con l’altro. E, ovviamente, nessuno pensò a sterilizzarli. Nei decenni si riprodussero a un ritmo tale che la situazione fu presto fuori controllo.
Fu così che quattro anni fa, i canili municipali di Pallady e di Chiajna, due gironi danteschi dell’orrore, iniziarono a “lavorare” a pieno regime, in modo così efficiente che, qualche tempo dopo, il sindaco, con un atto di clemenza, decise che il numero dei condannati poteva scendere della metà. Ma il metodo delle uccisioni si rivelò presto per quello che era: insensato e inutile oltre che raccapricciante. Anche evitando di scomodare l’etica, Sara Turetta, inascoltata, ha cercato di far capire alle autorità che le uccisioni indiscriminate non sono un sistema valido per il controllo demografico dei cani rumeni.
È proprio su una politica di sterilizzazione dei randagi che Sara ha puntato tutto. È una donna concreta e sa che non può salvare tutti i cani rumeni. Anche se lo vorrebbe. Vorrebbe che ognuno di loro avesse cure, cibo e una carezza. Ma il mondo non è una fiaba a lieto fine e, allora, è passata dalle utopie impraticabili alla realtà dura, ostinata e tanto irrazionale da avere le sembianze di un muro incrollabile contro cui si può solo sbattere la testa.
La “breccia”, si diceva, si è aperta a Cernavoda dove George Hansa, il sindaco, ha voluto ascoltare Sara e, all’inizio del 2002, si è deciso a firmare con lei un accordo che lo impegna a cessare le esecuzioni in cambio di sterilizzazioni a tappeto.
Ma, nonostante sia necessario, questo lavoro non è sufficiente per non far naufragare l’impegno di Sara. La giunta di Cernavoda è stata chiara: se entro quattro anni il numero dei cani vaganti non diminuirà drasticamente, la cittadina si riadeguerà alla legislazione nazionale rumena ridando inizio alle soppressioni. Per questo motivo, accanto alla sterilizzazione, è fondamentale incentivare le adozioni che rappresentano la salvezza e la felicità per il singolo animale ma anche la riduzione immediata del numero dei cani di strada. (trovate l'intero articolo in questa pagina).



Io vi chiedo solo una cosa: fate un salto nel sito di SAVE THE DOGS oppure in quello di CANI BUCAREST, per rendervi conto della raccappricciante realtà di questi poveri animali. Fate un giro nelle gallerie fotografiche per rendervi conto del massacro che sta interessando la Romania. E poi, se siete persone di buon cuore, fate qualcosa per loro. Se il problema è distante, non vuol dire che non deve interessarci, quindi donate qualcosa, anche poco. Solo 10 euro bastano per una sterilizzazione.